A Vienna il seminario “Child Trafficking – From Prevention to Protection” organizzato dalla Presidenza Italiana in esercizio OSCE 2018
Il traffico dei bambini: una delle aberrazioni criminali più drammatiche e raccapriccianti del nostro tempo. Se n’è parlato a Vienna, in occasione del seminario “Child Trafficking – From Prevention to Protection”, organizzato dalla Presidenza italiana in esercizio OSCE 2018 con il supporto dell’Office for Democratic Institutions and Human Rights (ODIHR). Alla conferenza, è intervenuto Salvatore Martinez, presidente della Fondazione Vaticana “Centro internazionale Famiglia di Nazareth”. In particolare, Martinez è giunto nella capitale austriaca nella veste di rappresentante personale della Presidenza italiana in esercizio all’Osce, con delega alla “lotta al razzismo, xenofobia, intolleranza e discriminazione dei cristiani e dei membri di altre religioni”.

Martinez non ha usato giri di parole nel descrivere il fenomeno della tratta dei bambini, che ha peraltro caratterizzato come “omertoso”, mettendo l’accento sulla “consapevolezza che siamo di fronte ad uno dei più gravi crimini contro l’umanità”. Un reato, ha proseguito, che evidenzia anche l’incapacità del mondo politico e dei governi di fornire risposte strutturali a una piaga “che è di grandissima attualità”.

Di fronte a tale incapacità, quello della comunità internazionale è certamente un drammatico fallimento. Soprattutto perché l’impegno quotidiano di tante organizzazioni no profit dimostra che le soluzioni sono possibili, che si può intervenire fattivamente in difesa delle vittime innocenti di  Martinez ha anzi denunciato una progressiva “politicizzazione del problema”, estremamente grave perché  “questi sono fenomeni che non possono essere strumentalizzati e politicizzati perché si sta parlando di diritti fondamentali degli uomini. È importante – ha dichiarato – che gli Stati creino protocolli comuni d’impegno e di rispetto alle tante lacune e anomalie che la questione presenta”.

“Diciamolo senza mezze misure: la tratta di esseri umani è un crimine contro l’umanità – ha poi tuonato il presidente del “Centro internazionale Famiglia Nazareth – una forma di schiavitù che se, di fatto, è sempre esistita nella storia umana, le democrazie moderne oggi stanno sempre più favorendo con il consolidarsi di vecchie e nuove povertà”. Soprattutto, Martinez ha rilevato come tale fenomeno sia sempre esistito, “ma oggi si sta accentuando perché le democrazie moderne, in nome della felicità di pochi, finiscono per impoverire molti consolidando vecchie povertà”.

Anche se non è possibile quantificare il fenomeno, perché non esiste un osservatore unitario, certamente si sa che è più diffuso di quanto si potrebbe pensare: e non solo nei Paesi del terzo mondo, ma anche in Europa. Come se non bastasse, ogni approssimazione è sempre per difetto, perché sono tante, troppe le persone scelgono di non denunciare, per paura delle conseguenze.

Come combattere tale drammatica piaga? Per rispondere a questa domanda, Martinez fa riferimento al concetto di “discontinuità sociale”. “Quando parlo di discontinuità sociale, faccio riferimento al fatto che c’è un mondo imprenditoriale disposto ad investire per un vantaggio di tutti”, ha spiegato. Una forte discontinuità sociale è necessaria soprattutto dove il mondo politico non si mostra all’altezza di rispondere alle sfide. “Dal seminario è emerso che c’è tanta buona volontà che viene dalla società civile e che merita di essere segnalata. In riferimento alla discontinuità generazionale serve che le nuove generazioni si impegnino verso questi temi che purtroppo non vengono affrontati nelle scuole e nelle università”, ha concluso.

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Giulia Pozzi