Il giorno dell’indipendenza degli Stati Uniti è sempre speciale. Tutti si fanno gli auguri ma soprattutto qui a NY tutti si chiedono come saranno i fuochi della notte più “calda” dell’anno. La nostra giornata è iniziata a Central Park a raccogliere voci della strada e voci di tanti artisti che si esibiscono all’ombra degli alberi e dei grattacieli. Con una bici su quei viali incredibili ti senti davvero un attore di Hollywood impegnato a girare qualche scena di amicizia o di amore. E dopo il parco un altro simbolo di NY: lo stadio di baseball degli Yankee. Uno sport ma non solo, uno stile di vita per chi in quel luogo guarda una partita ma soprattutto scambia idee e pensieri. Al termine (gli Yankee hanno perso) ci siamo incamminati per le strade del Bronx.

Abbiamo parlato con uomini e donne che si percepiscono dentro un ghetto lontano dalle luci scintillanti di Time Square. Abbiamo ascoltato e come succede in questi casi ci siamo ascoltati pensando fino a quando tutte le sensazioni sono state assorbite dalla bellezza di quei fuochi sull’Est River. Luci in cielo, luci nell’acqua e luci sui grattacieli. Tutto brillava e raccontava di un popolo fiero di essere questo popolo nonostante le tante difficoltà e le tante sfide ancora aperte. Quali le risposte? Forse lo scopriremo ma per ora come ci ricorda Einstein: “The important thing is not to stop questioning”…

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