Nicaragua: sparano sui sacerdoti, una donna grida: non avrete il perdono di Dio!

di Antonella Sanicanti

E’ vergognoso quello che sta accadendo in Nicaragua;  l’uomo si ricordi  di non mettersi mai contro Dio, di non sfidare il Signore. Si Ricordi che ogni potere che è stato dato all’uomo è stato concesso dal Creatore!

Tutta la Chiesa, in Nicaragua, è, purtroppo, sotto attacco, poiché il Governo Sandinista, il cui Presidente è Daniel Ortega, usa le forze armate contro chiunque si opponga ai suoi dettami, senza distinguere o salvare nemmeno Vescovi e sacerdoti, che cercano di portare pace tra le varie fazioni in campo.

Come mostra il video che segue, anche il clero e i volontari, che soccorrono i rifugiati o le vittime degli agguati, subiscono la stessa sorte.

Il Presidente Daniel Ortega è arrivato ad accusare di satanismo i prelati, parlando di una sorta di congiura nei suoi confronti, poiché essi sarebbero gli artefici delle ribellioni contro la sua politica. In effetti, la Chiesa, in Nicaragua, sta cercando di mediare tra il popolo e il Governo, ma la situazione non fa altro che peggiorare, ora dopo ora, proprio a causa delle reazioni del Presidente.

Dunque, ogni Vescovo, ogni sacerdote, come tutte le persone loro vicine, sono stato ritenute responsabili delle rappresaglie e cospiratori. Ed ecco i nomi di alcuni esponenti della Chiesa che hanno subito gravi attentati: l’Arcivescovo di Managua, il Cardinale Leopoldo Brenes; il nunzio Waldemar Stanisław Sommerta; il Vescovo Juan Abelardo Mata, ex Vice Presidente della Conferenza episcopale e ultimo incaricato del dialogo -a quanto pare impossibile- tra il Governo e la società civile.

E gli attacchi si perpetuano dal 19 Aprile ed hanno provocato, sino ad ora, 350 morti e centinaia di migliaia di feriti.

La situazione è davvero insostenibile e, come ribadisce il Cardinale Brenes: “È triste che questo evento si sia verificato, è una grave mancanza di rispetto che sta avvenendo, è deplorevole e spero che tutto questo possa essere fermato, perché non è possibile che questa situazione continui”.

Intanto, le forze armate del Presidente Daniel Ortega, ormai, entrano anche nelle chiese e sparano contro chiunque si opponga alla tirannia dilagante.

Leggi questo articolo su Aleteia

Chi è l’uomo che ha tutte le chiavi del Vaticano?

Leggi questo articolo su Aleteia

Possiede 2797 chiavi; 300 sono quelle che utilizza quotidianamente per l’apertura e la chiusura dei Musei Vaticani. Tutte le mattine si reca alle 5.45 alla Gendarmeria vaticana per ritirare le chiavi che servono ad aprire le porte delle sale affrescate dei Musei, visitati ogni anno da 6 milioni di turisti. Gianni Crea è il clavigero dei Musei Vaticani, colui che custodisce tutte le chiavi.

Da qualche settimana i Musei Vaticani offrono alcune visite speciali “fuori orario“, per permettere ai visitatori di pagare per un «ingresso esclusivo alle 6 di mattina per compiere con il “clavigero” dei Musei il rito solenne dell’apertura porte e accensione luci». I partecipanti alle visite non possono essere più di venti per volta; i prezzi non sono noti (Il Post, 24 giugno).

Il bunker
Crea è di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), ha 45 anni, e da sette è a capo dei clavigeri, una figura che esiste da sempre, erede del maresciallo del Conclave.

«Custodisco e conservo tutte le chiavi del Museo del Papa. Trecento vengono usate quotidianamente per aprire e chiudere i diversi reparti. Le altre 2.400 chiavi vengono custodite in un bunker che prevede un sistema di condizionamento per impedire che si arrugginiscano e usate settimanalmente per verificare la funzionalità. Conosco le chiavi come le mie tasche», spiega Crea.

Le tre chiavi più antiche
Le chiavi più antiche e più preziose sono tre: la numero 1 è quella che apre il portone monumentale, che attualmente corrisponde all’uscita dei Musei Vaticani; la chiave numero 401, dal peso di mezzo chilo, apre invece il Portone di Ingresso del Museo Pio Clementino (Il Giornale, 21 luglio).

Il conclave
Quando c’è il Conclave cosa succede? «Il clavigero – precisa Crea – è l’erede del maresciallo del Conclave, ovvero colui che sigillava tutte le porte intorno alla Cappella Sistina per far sì che rimanesse il silenzio e il segreto di tutto ciò che avveniva all’interno del Conclave. Il compito del Clavigero è proprio questo, chiudere e sigillare tutte le stanze intorno alla Cappella Sistina» (Quotidiano.net, 21 luglio).

La “senza numero”
C’è poi la chiave più grande e quella più importante di tutte, la chiave senza numero, che apre il portone della Cappella Sistina, sede dal 1492 del Conclave che elegge il Successore di Pietro. È questa la chiave più preziosa di tutte; viene custodita nel bunker in una busta chiusa, sigillata e controfirmata dalla direzione e ogni suo utilizzo deve essere autorizzato e protocollato su un antico registro, dove è necessario scrivere anche il motivo di ogni suo utilizzo. Qui vengono registrati gli orari di ritiro della chiave e l’orario di riconsegna.

Chiavi elettroniche
Negli ultimi anni, per i nuovi settori dei Musei, sono arrivate anche delle chiavi elettroniche. Niente a che vedere con le pesanti chiavi di ferro. Ogni reparto dei Musei, infatti, ha una numerazione sequenziale: ad esempio, il mazzo che apre il museo gregoriano va dalla chiave numero 200 alla 300; quello che apre la Pinacoteca dalla numero 300 alla 400; il Museo etrusco, invece, viene aperto dalle chiavi da 500 a 600, e così via per i dodici reparti.

E se il clavigero si ammala? «Ci sono i sostituti, ma è successo rarissimamente – sorride Crea – sono affezionato alle mie chiavi» (Avvenire, luglio 2016).